Dolore al piede: la fascite plantare

Dolore al piede: la fascite plantare

Cos’è la fascia?

La fascia plantare è un legamento spesso di tessuto connettivo che origina a livello del calcagno e si inserisce sui tendini dell’avampiede e delle falangi prossimali.
Le sue funzioni sono di sostegno dell’arco plantare e di ammortizzazione del peso del corpo durante i movimenti di camminata e corsa, grazie alle sua flessibilità e rigidità. 

Quali sono i sintomi

La fascite plantare, o fasciosi, è una condizione infiammatoria-degenerativa, dovuta a microtraumi ripetitivi e sovraccarico funzionale. Fra i sintomi abbiamo: 

  • ispessimento del tessuto
  • rigidità del piede
  • dolore al tallone e lungo l’arco longitudinale
  • aumento del dolore dopo l’esercizio
  • incremento del dolore al mattino
  • edema nella zona interessata
  • zoppia e/o difficoltà a camminare.

Quali sono le cause?

Fra i fattori predisponenti all’infiammazione della fascia a seguito di sovraccarico della struttura ci sono: 

  • piede piatto o piede cavo 
  • obesità 
  • patologie reumatiche 
  • infortuni alla caviglia
  • utilizzo di scarpe non idonee per il proprio piede 
  • lavori/sport eseguiti su superficie dura 
  • mancanza di adeguata preparazione fisica. 

 

Come curarla

Il percorso presso il centro Polo Salute Lucca prevede 3 fasi: 

  1. l’obiettivo del trattamento è la riduzione del dolore e dell’infiammazione attraverso terapie fisiche strumentali come onde d’urto, laserterapia, ultrasuoni, tecarterapia.  Inoltre, è utile un iniziale approccio all’esercizio terapeutico a basso dosaggio come lo stretching della fascia e del polpaccio, e l’associazione di massoterapia, la modifica delle attività che sovraccaricano la fascia plantare, la crioterapia e il trattamento farmacologico. 
  2. è poi opportuno recuperare il range di movimento e aumentare la capacità di carico dei tessuti, attraverso l’esercizio terapeutico di rinforzo del piede e dell’arto inferiore in generale, in modo che gli stress sportivi e lavorativi sulla fascia non scaturiscano nuovamente in un processo infiammatorio

infine, il percorso prevede un progressivo incremento degli esercizi terapeutici per migliorare la performance sport/lavoro-specifica, molto importante sia per raggiungere un miglior condizionamento fisico delle strutture rispetto alle capacità precedenti all’infortunio, sia per prevenire ricadute.  

Prenota la tua valutazione allo 0583 1771148 e risolvi il tuo dolore al piede!

CONTATTACI

Prenota la tua prima visita e risolvi il tuo problema.

Non é sempre sciatica: la sindrome del piriforme

Non é sempre sciatica: la sindrome del piriforme

Cos’è la sindrome del piriforme?

È una condizione caratterizzata da un dolore localizzato alla natica e/o lungo il decorso del nervo sciatico, generata da una compressione del muscolo piriforme sul nervo stesso. 

Esiste uno stretto rapporto anatomico che mette in relazione queste strutture: 

  • il piriforme è un muscolo rotatore dell’anca che si estende dall’osso sacro al gran trocantere, una protuberanza ossea sulla parte laterale del femore
  • il nervo sciatico è il nervo più lungo e voluminoso del corpo umano, origina dalla zona lombare della colonna vertebrale e decorre lungo tutto l’arto inferiore, passando anche all’interno del muscolo piriforme.

Data la quantità di strutture muscolari in questa regione, ad oggi molti studi hanno evidenziato che è difficile attribuire il dolore della sindrome del piriforme esclusivamente al muscolo stesso: si parla quindi di “Deep Gluteal Syndrome” ovvero quelle situazioni, muscolari e vascolari, che possono portare ad un intrappolamento del nervo sciatico nello spazio gluteo.

Quali sono i fattori di rischio?

Le donne sono maggiormente colpite, probabilmente a causa della differente forma del bacino: essendo più ampia nel sesso femminile, vi è un sovraccarico nella leva del lavoro del piriforme.

Tra le altre cause troviamo:

  • mantenimento prolungato della posizione seduta, per cause lavorative (impiegati, autisti…) o sportive (equitazione, ciclismo..)
  • traumi ripetuti (sedute non ergonomiche), da compressione (portafoglio nella tasca posteriore) o diretti all’anca
  • ipertrofia muscolare

Come distinguere la sindrome del piriforme da altre condizioni?

Durante la valutazione clinica si propongono manovre in grado di riprodurre il sintomo familiare al paziente, tramite la contrazione o l’allungamento del piriforme, anche se un’ipertrofia del muscolo è stata rilevata sia in soggetti sintomatici che non. 

Ad oggi la letteratura scientifica propone 4 indicatori associati a questa sindrome: 

  • dolore gluteo
  • dolore aggravato dalla posizione seduta
  • dolenzia nella regione della grande incisura ischiatica
  • dolore evocato da manovre di tensionamento del muscolo piriforme

Sindrome del piriforme o “sciatica”?

La diagnosi differenziale é fondamentale perché alcuni sintomi della sindrome del piriforme possono simulare quelli di altre patologie. Viene infatti spesso confusa con la “sciatica”: nei casi di lombosciatalgia la compressione di una radice nervosa è a livello vertebrale, di solito per cause discali, mentre nella sindrome del piriforme la compressione del nervo non avviene all’origine ma lungo il suo decorso. È anche conosciuta come “sciatica mozza” perché il dolore è concentrato nell’area della compressione, quindi la regione lombo-gluea, e non s’irradia al di sotto del ginocchio.

Come si tratta?

Il trattamento si basa sulla fisioterapia: modifica delle attività, educazione circa i fattori scatenanti ed esercizio terapeutico sono i cardini del trattamento secondo la letteratura scientifica odierna. 

  1. La terapia strumentale é di aiuto nella riduzione della sintomatologia dolorosa nella fase iniziale, così come informare il paziente sul decorso e la probabile durata dei sintomi, la ricerca di posizioni allevianti e l’evitamento di comportamenti/ attività aggravanti. 
  2. L’inserimento di esercizi di neuro-dinamica, di stretching e di esposizione graduale ai sintomi tramite il movimento provocativo favorisce dei meccanismi di adattamento e superamento del dolore. 
  3. É poi fondamentale rinforzare le strutture muscolari adiacenti in modo da bilanciare la muscolatura del bacino.

 

Solo in casi molto rari si ricorre alla chirurgia, con un release chirurgico del piriforme per eccessiva tensione.



Non farti fermare dal mal di schiena: contattaci allo 0583 1771148 per prenotare la tua valutazione fisioterapica!

CONTATTACI

Prenota la tua prima visita e risolvi il tuo problema.

Privacy

Combattere l’Osteoporosi con l’attività fisica

Combattere l’Osteoporosi con l’attività fisica

Cos’è l’osteoporosi?

L’osteoporosi è una condizione ossea comune e debilitante che colpisce milioni di persone in tutto i mondo, in particolare donne in età post-menopausale. Si tratta di una malattia caratterizzata dalla riduzione della densità minerale, che rende le ossa più porose e fragili ed aumenta notevolmente il rischio di fratture e lesioni; le aree più colpite includono la colonna vertebrale, il femore e il polso. 

Le fratture da osteoporosi sono spesso causate da traumi minimi o da un semplice movimento errato, e possono portare a: 

  • dolore cronico
  • disabilità
  • significativa riduzione della qualità di vita

Si può curare?

L’osteoporosi ha origine multifattoriale, ma l’attività fisica regolare può essere un potente strumento nella sua prevenzione e trattamento, contribuendo a combattere questa condizione, migliorare la densità ossea e ridurre il rischio di svilupparla!



I Benefici dell’Attività Fisica per le Ossa

L’attività fisica svolge un ruolo cruciale nella promozione della salute delle ossa e nella prevenzione dell’osteoporosi:

  1. Aumento della Densità Ossea – l’allenamento di resistenza, come il sollevamento pesi o gli esercizi con fasce elastiche, è noto per stimolare la formazione di nuove cellule ossee e contribuire all’aumento della densità minerale ossea. Questo processo di rafforzamento rende le ossa più resistenti e meno inclini a fratturarsi.
  2. Potenziamento e Conservazione della Massa Muscolare – l’attività fisica regolare, inclusi esercizi di forza come il sollevamento pesi, contribuisce a rinforzare la muscolatura. Con l’invecchiamento, si verifica una perdita naturale di massa muscolare (sarcopenia), che può influenzare negativamente la salute delle ossa. L’allenamento di resistenza aiuta a preservare la massa muscolare, il che a sua volta supporta la struttura ossea: muscoli forti sostengono meglio le ossa e riducono il rischio di cadute accidentali.
  3. Miglioramento dell’Equilibrio e della Coordinazione – un buon equilibrio e una coordinazione migliore sono essenziali per prevenire le cadute, soprattutto negli anziani. Attività come lo yoga e il tai chi, che enfatizzano il bilanciamento, riducono il rischio di lesioni.
  4. Aumento della Flessibilità – gli esercizi di stretching migliorano la flessibilità muscolare e articolare, aiutando a prevenire contratture muscolari e a mantenere una buona mobilità.
  5. Riduzione dello Stress – lo stress cronico può contribuire alla perdita di densità ossea. L’attività fisica è un efficace modo per ridurre lo stress e migliorare la salute mentale, con effetti positivi sulla densità ossea.

Consigli Pratici per Iniziare

Se desideri prevenire o combattere l’osteoporosi attraverso l’attività fisica, ecco alcuni consigli pratici per iniziare:

  1. Consulta il tuo medico – prima di avviare qualsiasi programma di allenamento, soprattutto se hai condizioni di salute preesistenti, consulta il tuo medico. Uno specialista in reumatologia può darti consigli personalizzati e assicurarsi che l’attività fisica sia sicura per te.
  2. Varietà nella tua routine – una combinazione di esercizi di resistenza, attività di bilanciamento e stretching è ideale per migliorare la salute delle tue ossa. Questo assicura che stai lavorando su tutti gli aspetti della forza e della flessibilità. Un percorso personalizzato creato su misura ti permetterà di lavorare su tutti questi aspetti contemporaneamente.
  3. Inizia gradualmente – se sei nuovo all’attività fisica, inizia gradualmente. Puoi cominciare con passeggiate, fare yoga o iniziare con pesi leggeri. L’importante è costruire una base solida e aumentare l’intensità nel tempo. 
  4. Mantieni una costanza – per ottenere i massimi benefici, stabilisci una routine di allenamento regolare: cerca di dedicare almeno 150 minuti alla settimana a esercizi moderati o 75 minuti a esercizi intensi, seguendo le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
  5. Nutrizione equilibrata – una dieta ricca di calcio e vitamina D è essenziale per la salute delle tue ossa. Assicurati di consumare alimenti come latticini, verdure a foglia verde e pesce ricco di vitamina D. In caso di carenze, considera l’assunzione di integratori alimentari e una visita nutrizionale
  6. Evita cattive abitudini – il fumo e l’eccesso di alcol possono contribuire alla perdita di densità ossea. Smetti di fumare e limita l’assunzione di alcol per proteggere la tua salute ossea.
  7. Prenota la tua prima lezione gratuita con i personal trainer del Polo Salute Lucca che ti guideranno lungo questo percorso!

L’osteoporosi è una malattia ossea seria, ma con l’attività fisica adeguata e una dieta equilibrata, è possibile prevenirne o gestirne efficacemente l’insorgenza: l’attività aerobica, la propriocezione, il rinforzo muscolare e gli esercizi di stretching sono elementi essenziali di una strategia di prevenzione.



Investire nella tua salute ossea oggi significa un futuro più forte e più sano: inizia ora a muoverti con Polo Salute Luca e prenditi cura delle tue ossa!

CONTATTACI

Prenota la tua prima visita e risolvi il tuo problema.

Obesità e cammino

Obesità e cammino

In Italia sono 25 milioni le persone sovrappeso od obese, ne deriva un’emergenza sanitaria, visto che l’obesità costituisce un fattore di rischio per molte altre malattie. L’obesità è infatti una patologia che può portare all’insorgenza di varie problematiche sistemiche ed anche l’arto inferiore subisce delle modificazioni derivanti dall’aumento del peso corporeo.

Quali sono i cambiamenti che possiamo riscontrare nell’arto inferiore?

  1. Le articolazioni di anca e di ginocchio sono soggette a maggior carico pressorio prolungato (aumento del peso del corpo e ciclo del passo più lento) e di conseguenza sono più suscettibili microtraumatismi correlati al cammino.
  2. La muscolatura dell’arto inferiore andrà incontro ad atrofia (riduzione del volume del muscolo) con una conseguente riduzione della forza; ne deriverà un cammino molto simile a livello macroscopico a quello di un soggetto anziano.
  3. L’anomala distribuzione di grasso corporeo, specialmente a livello addominale, determina delle alterazioni posturali: si ha infatti una spostamento anteriore del centro di massa.

Quali sono i cambiamenti che l’obesità comporta nella deambulazione quotidiana?

Sono molti gli studi scientifici che hanno analizzato nel tempo la deambulazione e i cambiamenti strutturali degli arti inferiori nei soggetti affetti da obesità. 

Tutte queste alterazioni sono dovute, come molti testi dimostrano, ad una maggiore necessità di stabilizzazione delle strutture corporee che risentono dell’aumento di peso.

 

Trattamento

È fondamentale adottare uno stile di vita sano che comprenda attività fisica moderata quotidiana e un’alimentazione bilanciata, oltre che rivolgersi un professionista sanitario in grado di esaminare la deambulazione e correggerne le alterazioni dovute al sovrappeso.

 

A cura della Dottoressa Irene Panepinto

Articolo a cura della dottoressa Inrene Panepinto

Specialista in podologia

CONTATTACI

Prenota la tua prima visita e risolvi il tuo problema.

Il tunnel carpale: dai sintomi alle terapie

Il tunnel carpale: dai sintomi alle terapie

La sindrome del tunnel carpale è una neuropatia periferica dovuta alla compressione del nervo mediano, è una patologia molto diffusa che colpisce principalmente le donne tra i 40 e i 60 anni.

Anatomia

Il Nervo Mediano è un nervo misto, facente parte del plesso brachiale, costituito da fibre provenienti da C6 a T1. Dopo la sua origine, il nervo percorre il braccio fino a  raggiungere il polso e, insieme ai tendini dei muscoli flessori della mano, passa nel tunnel carpale per poi originare i rami terminali.



Da cosa è causato?

Il tunnel carpale è un canale di passaggio formato dalle ossa del carpo e dal legamento carpale trasverso. Proprio per la natura delle strutture che lo compongono, il tunnel non è estensibile.

La compressione del nervo mediano nel punto in cui attraversa il canale di passaggio a livello del polso, può essere dovuta al restringimento del tunnel o ad un ispessimento delle guaine dei tendini che si trovano intorno al nervo.

Tra i fattori di rischio troviamo:

  • Sesso femminile
  • Età tra i 40 e i 60 anni
  • Familiarità
  • Conformazione anatomica
  • Traumi
  • Gravidanza
  • Malattie concomitanti come diabete, artrite reumatoide, gotta, ipotiroidismo…
  • Attività manuali, ad esempio un lavoro che prevede l’utilizzo per molte ore di oggetti vibranti (martello pneumatico) o di computer.

Quali sono i sintomi?

I sintomi spesso si manifestano al mattino o durante la notte, e i principali sono:

  • alterazioni della sensibilità
  • formicolio
  • dolore alle prime tre dita della mano

L’insorgenza è graduale e nel tempo si può arrivare all’indebolimento dei muscoli deputati alla presa e l’irradiazione del dolore lungo l’avambraccio.

Quali sono le terapie?

Prima di ricorrere al trattamento chirurgico, il paziente ha a disposizione le terapie conservative farmacologiche e fisioterapiche. 

È possibile ridurre l’infiammazione delle varie strutture con l’utilizzo terapie strumentali come laser o radiofrequenza, mentre la neuromodulzione va a stimolare il nervo mediano ripristinando la normale sensibilità e la ripresa funzional.

Successivamente, l’esercizio terapeutico come stretching, contrazioni isometriche e lavoro di stabilità con le waterpipe ci consentono di stabilizzare i risultati ottenuti, recuperare motilità e forza e diminuire la possibilità di recidive.

Prenota la tua valutazione e scopri come possiamo aiutarti a risolvere il tuo dolore!



CONTATTACI

Prenota la tua prima visita e risolvi il tuo problema.