Sfatiamo un mito: il termine “fascite plantare”, è corretto?

La fascia plantare è una struttura costituita da tessuto connettivo fibroso che ricopre i muscoli del piano superficiale della pianta del piede.
Il suffisso “-ite” indica solitamente la presenza di un processo infiammatorio, ma siamo così sicuri che sia un’infiammazione il vero motivo che scatena quel fastidioso dolore sotto la pianta del piede?

Recenti studi dimostrano che, in realtà, il meccanismo alla base di questa problematica sia sostanzialmente di origine degenerativo e non infiammatorio; vediamo meglio nel dettaglio che cosa significa.

La principale causa di questa sindrome così comune ha senza ombra di dubbio un’origine biomeccanica; infatti un assetto podalico errato (piede piatto, piede cavo) può causare delle eccessive sollecitazioni ripetute nel tempo a livello della fascia plantare con conseguenti microlacerazioni e degenerazione di quest’ultima. Inoltre, esistono sicuramente anche dei fattori estrinseci, più facilmente modificabili dalla persona interessata: la corsa su superfici dure, attività lavorative che prevedono una prolungata stazione eretta oppure una calzatura inadeguata.

Ma allora, qual è il termine corretto? Fasciosi plantare, in quanto il suffisso “-osi” indica un processo degenerativo.

Quali sono le cause

La fasciosi plantare (chiamata erroneamente “fascite plantare”) è una sindrome di natura degenerativa molto diffusa in ambito podologico. 

Le cause che scatenano la fasciosi plantare sono molteplici, ma le principali sono:

  • biomeccanica del cammino errata: una sindrome pronatorio (piede piatto) o una sindrome supinatoria (piede cavo) possono alterare il corretto funzionamento della fascia plantare andando a scatenare un processo di microlacerazione di quest’ultima che porterà, se non trattata tempestivamente, all’insorgenza di degenerazione del tessuto connettivo di cui è costituita la fascia plantare.
  • un’attività sportiva non correttamente bilanciata: molte volte incontriamo pazienti che decidono improvvisamente di iniziare a correre o di iniziare un determinato sport dopo anni passati senza fare nessun tipo di attività; se l’inizio della nuova attività viene eseguito in maniera troppo precipitosa e senza le dovute precauzioni è molto probabile che la fascia plantare non riesca a sopportare un importante aumento della richiesta funzionale.
  • una calzatura errata: le scarpe con una suola troppo rigida e quindi poco ammortizzata possono bloccare il corretto funzionamento della fascia plantare.

Quali sono i sintomi più comuni della fasciosi plantare?

Solitamente il sintomo principale è un dolore che si manifesta tipicamente al mattino, quando scendiamo dal letto e muoviamo i primi passi e che poi si attenua mentre iniziamo la deambulazione.

Nei soggetti sportivi, inoltre, il dolore si manifesta tipicamente durante la fase di riscaldamento, si attenuta durante l’attività intensiva e compare nuovamente a termine della prestazione atletica.

 

Trattamento

La terapia ortesica plantare su misura è sicuramente il miglior alleato in ambito podologico.

Realizzando un plantare appositamente creato dopo un’attenta valutazione biomeccanica, con le giuste correzioni e con la scelta dei materiali ad hoc, il paziente può intraprendere il percorso di guarigione, aiutato anche da altri professionisti in ambito riabilitativo che sceglieranno le corrette terapie, sia manuali che fisiche.

 

Articolo a cura della Dottoressa Irene Panepinto

Specialista in podologia

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