ONDE D’URTO

Come riconoscere e risolvere problemi neurologici

COSA SONO LE ONDE D’URTO?

 

Le onde d’urto o “litotritore” è un tipo di elettromedicale utilizzato in fisioterapia per il trattamento di condizioni patologiche persistenti e resistenti ad altri trattamenti conservativi tipo laserterapia o tecarterapia.

Nasce in ambito urologico come trattamento mini invasivo di calcolosi renali o ureterali tramite l’emissione di onde acustiche esterne evitando così interventi invasivi. Viste le sue enormi potenzialità è stato poi suggerito in un secondo momento l’utilizzo anche in ambito muscolo-scheletrico.

Le onde ad alta energia sono di origine acustica. Si differenziano da quelle degli ultrasuoni nella forma: le onde d’urto sono ad impulsi singoli mentre quelle della terapia ad ultrasuoni sono di forma sinusoidale.

Altra caratteristica importante nelle onde d’urto è il genere di onda che viene generata. Immagina di vedere il segnale del wi-fi che trovi sul tuo cellulare: nelle onde RADIALI l’origine della forza parte dal puntino, mentre in quelle FOCALI la partenza invece è dal punto più largo fino a focalizzarsi in un punto singolo. Questa differenza di genere fa sì che l’elettromedicale RADIALE viene utilizzato ed erogato da un fisioterapista, mentre quello FOCALE viene usato da personale medico previo puntamento ecografico immediatamente prima della somministrazione della terapia e dal solito operatore.

COME AGISCONO LE ONDE D’URTO?

 

Quando l’onda d’urto colpisce il tessuto bersaglio crea una microinfiammazione locale iatrogena, ovvero controllata dall’operatore. E’ normale quindi percepire una sensazione spiacevole durante e subito dopo la terapia. 

E’ importante spiegare che il processo infiammatorio non è altro che il primo fenomeno fisiologico che poi a cascata porta naturalmente alla riparazione e guarigione di ogni tessuto del corpo umano danneggiato o leso. In sostanza senza infiammazione non si ha guarigione.

Il processo infiammatorio creato è talmente di breve entità che non costituisce pericolo per il paziente, ma anzi ha solo effetto benefico.

L’intenzione è di creare un effetto biostimolante con l’aiuto di un apparecchio esterno.

QUANDO SI UTILIZZANO?

 

Di conseguenza si consiglia l’utilizzo delle onde d’urto in tutte quelle patologie dove il processo di guarigione si è rallentato o stabilizzato in un punto fermo. Quelle condizioni in cui è necessaria una spintarella in più per finire di ripararsi. Sono quindi condizioni persistenti dove la vascolarizzazione dei tessuti è scarsa, il che rende difficile la guarigione.

Si usano in tendinopatie degli arti superiori o inferiori, tendinosi, tendiniti, tendiniti calcifiche, fasciti e fasciosi, fibrosi cicatriziali, periostiti, trattamento dei trigger point miofasciali, deficit di ossificazione o pseudoartrosi.

COME SI STRUTTURA UN CICLO DI ONDE D’URTO?

 

Tendenzialmente è formato da 3-5 sedute a cadenza settimanale per dare tempo all’infiammazione di partire e fare il proprio lavoro. Si programmano dei controlli di follow up a seguito dell’ultima seduta di terapia a 3-6-9 settimane per monitorare l’andamento dei sintomi del paziente e del recupero delle funzionalità della vita quotidiana.

Durante questo periodo vengono associati esercizi terapeutici semplici da svolgere in autonomia per velocizzare ancor di più il percorso di guarigione. Questi ultimi vengono selezionati in accordo con il terapista e personalizzati per ogni paziente di modo tale che siano il più specifici e fattibili possibile.

Visto che il principio base su cui si basa questa terapia è la creazione di una microinfiammazione  è scontato il divieto di utilizzare FANS o altri farmaci anti-infiammatori in quanto andrebbero a inibire l’effetto benefico. Lo stesso divieto vale anche per l’utilizzo di altri elettromedicali in fisioterapia che lavorano sulla riduzione dell’infiammazione come tecarterapia, laser o ultrasuoni.

In caso di dolori non accettabili si consiglia l’uso di farmaci prettamente antidolorifici sotto prescrizione medica.

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