Cos’è l’incontinenza fecale?
L’incontinenza fecale è definita come “la perdita involontaria dall’ano di materiale fecale, solido, liquido o gassoso.”
Rientrano nell’ambito dell’incontinenza fecale anche il soiling, ovvero piccole perdite di muco e feci, e l’urgenza fecale, cioè l’esigenza improvvisa e non procrastinabile dello stimolo defecatorio.
Chi colpisce
È una problematica molto sottostimata a causa della riluttanza a parlarne e chiedere aiuto, ma si considera che negli anziani l’incidenza arrivi a raggiungere il 50%. È più colpito il sesso femminile, a causa dello stress meccanico del parto e delle modifiche tissutali causate dal calo ormonale durante la menopausa.
Cause dell’incontinenza fecale
Questa condizione può essere causata da diversi fattori, anatomici, acqusiti o funzionali, tra cui:
- età >65 anni
- sedentarietà
- fumo
- malformazioni ano-rettali
- parto, specie se con forcipe o con episiotomia
- menopausa
- radioterapia
- interventi chirurgici- oncologici o di rimozione di emorroidi, fistole e ascessi
- patologie del tratto digerente, quali morbo di Crohn, gastroenteriti, sindrome dell’intestino irritabile
- neuropatia del pudendo o neuropatia diabetica
- malattie neurologiche, come Parkinson e sclerosi multipla
- prolasso del retto
Trattamento
L’incontinenza fecale è una problematica che può essere affrontata, oltre che con terapia farmacologica e accorgimenti nutrizionali, attraverso una riabilitazione specifica del pavimento pelvico, comprensiva di:
- presa di coscienza della zona da trattare e accorgimenti comportamentali
- rinforzo della muscolatura pelvica
- utilizzo di terapie strumentali, quali la neuromodulazione profonda e la stimolazione magnetica ad alta intensità (Tesla Care)