La sindrome del tunnel carpale è una neuropatia periferica dovuta alla compressione del nervo mediano, è una patologia molto diffusa che colpisce principalmente le donne tra i 40 e i 60 anni.

Anatomia

Il Nervo Mediano è un nervo misto, facente parte del plesso brachiale, costituito da fibre provenienti da C6 a T1. Dopo la sua origine, il nervo percorre il braccio fino a  raggiungere il polso e, insieme ai tendini dei muscoli flessori della mano, passa nel tunnel carpale per poi originare i rami terminali.



Da cosa è causato?

Il tunnel carpale è un canale di passaggio formato dalle ossa del carpo e dal legamento carpale trasverso. Proprio per la natura delle strutture che lo compongono, il tunnel non è estensibile.

La compressione del nervo mediano nel punto in cui attraversa il canale di passaggio a livello del polso, può essere dovuta al restringimento del tunnel o ad un ispessimento delle guaine dei tendini che si trovano intorno al nervo.

Tra i fattori di rischio troviamo:

  • Sesso femminile
  • Età tra i 40 e i 60 anni
  • Familiarità
  • Conformazione anatomica
  • Traumi
  • Gravidanza
  • Malattie concomitanti come diabete, artrite reumatoide, gotta, ipotiroidismo…
  • Attività manuali, ad esempio un lavoro che prevede l’utilizzo per molte ore di oggetti vibranti (martello pneumatico) o di computer.

Quali sono i sintomi?

I sintomi spesso si manifestano al mattino o durante la notte, e i principali sono:

  • alterazioni della sensibilità
  • formicolio
  • dolore alle prime tre dita della mano

L’insorgenza è graduale e nel tempo si può arrivare all’indebolimento dei muscoli deputati alla presa e l’irradiazione del dolore lungo l’avambraccio.

Quali sono le terapie?

Prima di ricorrere al trattamento chirurgico, il paziente ha a disposizione le terapie conservative farmacologiche e fisioterapiche. 

È possibile ridurre l’infiammazione delle varie strutture con l’utilizzo terapie strumentali come laser o radiofrequenza, mentre la neuromodulzione va a stimolare il nervo mediano ripristinando la normale sensibilità e la ripresa funzional.

Successivamente, l’esercizio terapeutico come stretching, contrazioni isometriche e lavoro di stabilità con le waterpipe ci consentono di stabilizzare i risultati ottenuti, recuperare motilità e forza e diminuire la possibilità di recidive.

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