La distorsione di caviglia è l’infortunio più frequente tra i runner e uno dei traumi muscolo scheletrici più comuni sia nella quotidianità che nell’ambito sportivo, dove rappresenta il 14-21% di tutte le lesioni.
Cos’è una distorsione?
Comunemente ed erroneamente chiamata “storta”, la distorsione è una perdita momentanea e incompleta dei rapporti articolari tra le due estremità dell’osso. Coinvolge tendini, legamenti, muscoli e si differenzia dalla lussazione, che è invece caratterizzata da uno spostamento permanente dei capi articolari.
Cenni di anatomia e meccanismo di lesione
La caviglia è la porzione compresa tra piede e gamba, comprende le articolazioni di tibia, perone, astragalo, il legamento deltoideo nel versante mediale e 3 legamenti sul comparto laterale:
- il peroneo-astragalico anteriore (PAA)
- il peroneo-calcaneare (PC)
- il peroneo-astragalico posteriore (PAP)
Tipicamente, il meccanismo della lesione avviene in 2 modi:
- in inversione (85-90%), con la rotazione della pianta del piede del piede verso l’interno e l’interesamento dei legamenti laterali
- in eversione (10-15%), quando la rotazione della pianta del piede è verso l’esterno e c’è l’interessamento del legamento deltoideo.
Come si classificano?
Le distorsioni si classificano in:
- primo grado; tumefazioni ed ematoma contenuti, stiramento senza lesione dei legamenti
- secondo grado; tumefazione ed ematoma diffuso, rottura parziale del legamento PAA
- terzo grado; tumefazione importante, vasto ematoma, instabilità di cavilia, lesione completa dei legamenti (PAA, PAP, PC)
Come si riconosce una distorsione di caviglia?
I segni e sintomi variano in base alla gravità dell’infortunio, e sono:
- dolore localizzato che aumenta sotto carico
- gonfiore
- edema
- ematoma
- instabilità e zoppia
- limitazione dei movimenti
Fattori di rischio
Ci sono alcuni fattori che possono predisporre più facilmente una distorsione alla caviglia:
- Sport (calcio, basket, pallavolo, atletica)
- Età (più comune tra i 15-19 anni)
- Sovrappeso/obesità
- Caviglia dell’arto dominante (nel 68%)
- Traumi/pecedenti distorsioni
- Lassità legamentosa/squilibri muscolari
- Uso di calzature non idonee
Complicanze
Una lesione trascurata o non riabilitata può determinare la comparsa di dolore cronico o l’instabilità della caviglia, con cedimenti dell’articolazione e recidive soprattutto durante l’attività sportiva: dopo 3-4 anni dalla distorsione il 74% delle persone ha ancora sintomi residui come sinoviti, tendiniti, rigidità e limitazione funzionale; alcuni di questi permangono anche a distanza di oltre 6 anni nel 39% dei pazienti.
Le complicanze principali, immediate o tardive, di una distorsione sono rappresentate da:
- Fratture (Maisonneuve, metatarsali, del processo anteriore del calcagno, dell’astragalo)
- Instabilità funzionale
- Instabilità meccanica (lassità)
- Lesione della sindesmosi (soprattutto associata alle distorsioni in eversione)
- Lesioni osteocondrali (15-25%)
- Lesioni tendinee (muscoli peronei)
- Lesioni legamentose
- Sindrome del cuboide
Cosa fare dopo una distorsione?
Subito dopo il trauma è indicato applicare il protocollo PEACE&LOVE per la gestione del danno e delle buone pratiche terapeutiche:
Protection; proteggere la parte lesa evitano di peggiorare il dolore
Elevation; tenere elevato l’arto infortunato
Avoid; evitare antinfiammatori e ghiaccio che inibirebbero il processo di guarigione
Compression; compressione attraverso una fascia elastica o taping
Education; educazione del paziente su comportamenti da tenere ed evitare
Load; aggiungere carico e movimento in modo graduale
Optimisme; rimanere ottimisti circa il processo di guarigione
Vascular; scegliere attività che favoriscano la vascolarizzazione del tessuto colpito
Exercise; esercizi di rinforzo, mobilità ed equilibrio
La riabilitazione
I tempi di recupero variano in base alla gravità della lesione, ma sono generalmente compresi tra 3-6 settimane per tornare alle attività della vita quotidiana e lavorativa, e fino a 10 per il ritorno alla pratica sportiva occorrono 10 settimane.
- fase 1: ripresa del movimento e riduzione di dolore e edema dei tessuti molli, attraverso diverse tecniche di trattamento (terapia manuale, linfodrenaggio, taping neuromuscolare) e strumentali (tecarterapia, laserterapia, magnetoterapia, ultrasuoni)
- fase 2: recupero della forza, della deambulazione e della propriocettività attraverso esercizio terapeutico, stretching e mobilizzazioni manuali
- fase 3: recupero della funzionalità dell’arto, preparazione sport-specifica e prevenzione delle recidive
Le distorsioni si possono prevenire?
Per prevenire gli infortuni è raccomandata l’esecuzione di esercizi per il mantenimento della mobilità articolare su tutti i piani di movimento, con movimenti che simulino il meccanismo traumatico, utilizzo di superfici instabili per sviluppare equilibrio e coordinazione stretching per aumentare la flessibilità.
È inoltre necessario migliorare la forza muscolare dei distretti interessati per stabilizzare l’articolazione, sia dinamica che statica.
Il bendaggio funzionale può aiutare a prevenire recidive durante l’attività.