Le lesioni alla cuffia dei rotatori sono tra le più frequenti cause di dolore alla spalla e possono essere causate da traumi acuti o da degenerazione a lungo termine.
Cenni di anatomia
La cuffia dei rotatori è una struttura adesa alla capsula articolare di spalla che deprime e stabilizza la testa omerale, favorendo i movimenti di elevazione e vreando un fulcro stabile per l’azione di altri muscoli.
È formata da 4 tendini di muscoli rotatori scapolo-omerali:
- sovraspinato
- sottospinato
- piccolo rotondo
- sottoscapolare
Quali sono le cause delle lesioni alla cuffia?
Le cause sono multifattoriali:
- età
- predisposizione individuale
- alterazioni morfologiche
- cause lavorative, con attività ripetute con movimenti al di sopra della testa
- fumo
- alterato equilibrio dei vettori di forza della muscolatura rotatoria
- impingment (o sindrome da conflitto subacromiale), per riduzione dello spazio anatomico in cui transitano i tendini dei muscolo rotatori
- deficit vascolare tendineo, con ulteriore ipovascolarizzazione dovuta alla compressione tendinea nello spazio subacromiale
Come si classificano le lesioni di cuffia?
La classificazione di Neer, introdotta nel 1972, è usata per descrivere le lesioni negli stadi del conflitto subacromiale:
- stadio I; presenza di edema ed emorragia, reversibile con trattamento conservativo
- stadio II; ispessimento della borsa, tendinite della cuffia dei rotatori, fibrosi con o senza rottura parziale tendinea
- stadio III; rottura della cuffia dei rotatori ed eventuale lesione del capo lungo del bicipite
Le lesioni possono trovarsi sul versante articolare o, più raramente, sul versante borso-tendineo, quelle non trattate possono estendersi di 4-5 mm l’anno e progredire nel tempo, fino all’impossibilità di compiere alcuni movimenti.
Come si manifesta?
Una spalla con lesione di cuffia non presenta limitazione articolare passiva ma risulterà più debole nei movimenti attivi e nei test specifici di spalla.
Il dolore nella patologia di cuffia è sordo e profondo, non sempre ben localizzato, aumenta di notte durante specifici movimenti o posizioni (sfilarsi una maglietta, indossare un cappotto, mettere le braccia conserte..), e può inoltre causare un deficit di forza.
Il trattamento della lesione di cuffia
Quando si instaura una lesione è importante evitare che la perdita di funzionalità del tendine favorisca la sostituzione di tessuto muscolare con tessuto adiposo disfunzionale al movimento, condizione irreversibile. L’approccio conservativo o chirurgico è condizionato oltre che dall’età anche dall’entità del danno, dai deficit funzionali, dall’intensità del dolore e dalle motivazioni del paziente stesso.
- il trattamento chirurgico è consigliato nelle lesioni di cuffia in pazienti con meno di 65-70 anni e può consistere in una sutura tendinea in artroscopia in caso di lesione incompleta, ancoraggio del tendine all’osso, protesi inversa di spalla in caso di lesione massiva.
- il trattamento conservativo fisioterapico prevede esercizi di rinforzo muscolare, controllo neuromotorio e recupero della propriocezione.
La riabilitazione post chirurgica
Dopo l’intervento di sutura è previsto un periodo di immobilizzazione con tutore, per favorire la cicatrizzazione dei tessuti riparati. La durata della riabilitazione per il recupero completo della funzionalità non è standardizzabile ma varia da paziente a paziente, in base alle condizioni e al tipo di intervento, e consiste in più fasi:
- 0-15 giorni: periodo di immobilizzazione con movimenti attivi di mano e gomito, esercizi pendolari di Codman e massaggi parascapolari; obiettivo in questa fase è la riduzione del dolore senza stressare l’articolazione
- 15-45 giorni: mobilizzazioni passive da parte del fisioterapista, iniziale lavoro attivo per ristabilire il giusto ritmo scapolo-omerale e rimuovere compensi o movimenti viziati
- Dal 45° giorno: inserimento di esercizi di rinforzo isotonici e con resistenze elastiche a carico graduale, a catena aperta e a catena chiusa, cercando di restituire il corretto rapporto di forza tra muscoli intra ed extrarotatori.
- Dal 75° giorno:aggiunta di esercizi isotonici specifici, globali o distrettuali, a catena aperta e chiusa, per recuperare il gesto lavorativo o sport-specifico