Mal di testa
Giugno è il mese della consapevolezza dell’emicrania e della cefalea, il momento giusto per scoprire di più sul tuo mal di testa!
Cos’è?
La cefalea, comunemente chiamata “mal di testa” è la terza patologia più frequente nel mondo e la prima tra le affezioni neurologiche, con una prevalenza del 47% in Europa e 26 milioni di persone colpite in Italia.
L’emicrania è la seconda forma più comune di cefalea primaria, solitamente dovuto a una combinazione tra predisposizione genetica, cause interne all’organismo come cambiamenti ormonali o disturbi gastrointestinali, e fattori scatenanti come stress, alimentazione e stile di vita. L’emicrania è stata riconosciuta come la terza peggiore patologia neurologica femminile e la sesta peggiore condizione di disabilità mondiale, si stima che in Italia ben 15 milioni di persone abbiano sofferto di almeno un episodio e, di queste, 11 milioni siano donne.
Secondo alcuni studi, esistono dei “quadri misti” con sovrapposizione di più cefalee.
Inoltre, il continuum model ipotizza che l’emicrania sia un aggravamento della cefalea tensiva, con maggiore intensità dei sintomi in presenza di sensibilizzazione centrale, in seguito all’attivazione dei neuroni del complesso trigemino cervicale, anche per disfunzioni cervicali o problematiche all’articolazione temporomandibolare.
Come si classificano i mal di testa?
La International Headache Society ha redatto la “Classificazione Internazionale delle Cefalee”, che permette di distinguere i mal di testa in 3 categorie:
- cefalee primarie: più comuni, possono essere episodiche o croniche e comprendono: l’emicrania, la cefalea tensiva e la cefalea a grappolo
- cefalee secondarie: sono sintomi di altre patologie, tra cui infezioni virali e batteriche, traumi cranici e cervicali, disturbi vascolari, dolori facciali, dialisi renale, disidratazione, tumori, disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare
- nevralgie craniche, dolori facciali e altre cefalee: causate da infiammazioni dei nervi cranici, come la nevralgia del trigemino
Emicrania
L’emicrania si caratterizza da dolore pulsante, di intensità forte-moderata, unilaterale (più raramente bilaterale o monolaterale alternato sui lati del cranio), che può essere accompagnato da nausea, vomito, fotofobia, fonofobia e peggiora con il movimento.
Gli attacchi hanno una durata compresa tra 4-72 ore, è solitamente episodica, ma può essere cronica nel caso si manifesti per almeno 15 giorni al mese, per più di 3 mesi. Può essere con o senza aura, ovvero sintomi visivi/sensoriali a carattere reversibile. Colpisce le donne con una frequenza 2-3 volte superiore rispetto agli uomini, e può iniziare già nell’adolescenza.
Cefalea di tipo tensivo
Conosciuta anche come cefalea di tipo miotensivo, è la cefalea più comune. Il dolore ha intensità lieve-moderata, diffuso e di tipo costrittivo. Solitamente non si aggrava con sport e movimenti, e raramente può essere associato a fotofobia o fonofobia. Gli attacchi hanno durata variabile, da 30 minuti a diversi giorni, e può essere infrequente (<1 episodio/mese), frequente (1-15 episodi/mese) o cronica (> 15 episodi/mese).
Cefalea a grappolo
È la forma di cefalea più rara. Il dolore è monolaterale a livello dell’occhio e della tempia, di intensità alta e di tipo lancinante, spesso associato a lacrimazione, occhio arrossato, ostruzione e/o secrezione nasale, sudorazione facciale, ptosi e miosi palpebrale, dal lato del dolore. Gli episodi dolorosi durano di norma tra i 15-120 minuti, le crisi possono essere giornaliere o più volte nelle 24 ore, per 3-6 settimane con cadenza annuale. Foto e fonofobia sono rari, così come il vomito. Più comune negli uomini.
Come si diagnosticano?
Al momento attuale non esiste un test diagnostico specifico per l’emicrania o le cefalee, quindi lo specialista procederà esaminando la storia clinica del paziente e indagando le caratteristiche del disturbo, come:
- la localizzazione
- la durata
- la frequenza
- la severità
- l’intensità
Verranno inoltre tenuti considerati eventuali fattori scatenanti o aggravanti, anche a causa dello stile di vita, l’età d’insorgenza e l’eventuale familiarità con la patologia.
La fisioterapia può aiutare?
Uno studio americano multicentrico condotto da J. Dunning, ha dimostrato come la fisioterapia possa ridurre il dolore del 70% nei 3 mesi successivi all’inizio del trattamento, migliorando la qualità di vita e riducendo la frequenza e l’intensità dell’attacco, specie nella cefalea tensiva. Può inoltre contribuire a diminuire il ricorso ai farmaci o il dosaggio, con benefici generali per l’organismo e riducendo il rischio di effetti collaterali.
A seconda della causa del mal di testa, il trattamento fisioterapico può comprendere una combinazione di terapie strumentali, esercizi propriocettivi e di rinforzo della muscolatura coinvolta, metodiche posturali come il FisioPilates o il Mezieres, massoterapia e tecniche manuali comprendenti mobilizzazioni, manipolazione e trattamento miofasciale dei trigger points.