Cos’è la cefalea mio-tensiva?

La cefalea mio-tensiva è il più comune tipo di mal di testa. L’International Headache Society definisce questo tipo di cefalea come Tension Type Headache (TTH). Nell’International Classification of Headache Disorders, la cefalea mio-tensiva è stata divisa, in base alle caratteristiche temporali degli attacchi, in:

  • cronica, presente più di 180 giorni/anno e causa un’importante riduzione della qualità della vita.
  • episodica frequente, colpisce tra i 12 e i 180 giorni all’anno, causa generalmente disabilità e spesso richiede terapie farmacologiche
  • episodica infrequente, meno di 12 giorni all’anno, invece, è quella che più o meno tutti proviamo almeno una volta nella vita, con minimo impatto sulla salute

Circa il 66% dei pazienti con cefalea mio-tensiva cronica lamenta mal di testa per 25 o più giorni al mese, e per la metà di questi giorni è di intensità moderata. Tali pazienti hanno un maggior livello di stress quotidiano e ricevono diagnosi di stati d’ansia e disturbi dell’umore più frequentemente di soggetti senza cefalea. È chiaro, quindi, come questo disturbo abbia un grande impatto negativo sulla qualità della vita: sonno, livello di energia, salute emotiva e difficoltà in molte attività di vita quotidiana.

Epidemiologia

Tipica dell’età adulta, presente in Europa più che in Asia ed America, ha una prevalenza di circa il 40% nella popolazione generale, rappresentando un importante costo sanitario a livello globale. L’età media dei soggetti con cefalea tensiva episodica frequente è di 42 anni, mentre quelli con cefalea cronica 47 anni.

Come diagnosticarla?

Tendenzialmente sono sconsigliati esami diagnostici come radiografia e/o risonanza magnetica. 

Nella forma episodica la durata dei sintomi varia da 30 minuti a 7 giorni, mentre nella cronica il dolore può anche essere costante. La cefalea ha almeno due caratteristiche tra le seguenti: 

  • localizzazione bilaterale
  • sensazione di morsa-pressione
  • intensità lieve-moderata
  • non aggravamento con attività fisiche quotidiane (camminare, fare le scale..)
  • non si associano sintomi come nausea, vomito, fotofobia o fonofobia

Qual è il decorso?

La prognosi è discretamente positiva: il 47% dei soggetti con cefalea mio-tensiva cronica ha una remissione alla tipologia episodica, indipendentemente dall’avere fatto o meno prevenzione. D’altra parte, il 12% delle forme episodiche evolve in cronica ed il 31% delle croniche rimane cronica. 

Ci sono dei fattori che predispongono ad un outcome sfavorevole:

  • dolore unilaterale
  • nausea
  • durata del singolo attacco >72h
  • l’abuso di farmaci
  • sviluppare da subito una forma cronica
  • soffrire di disturbi del sonno
cause fibromialgia

Come distinguerla da altri tipi di mal di testa?

La diagnosi si basa sulle caratteristiche, tuttavia, la rigida classificazione dell’International Headache Society non sempre rispecchia la realtà: numerosi studi hanno dimostrato come i sintomi caratteristici delle varie cefalee si sovrappongano in gran parte dei pazienti che ne soffrono, portando a considerare la possibile esistenza di quadri misti.

In particolare, cefalea mio-tensiva ed emicrania (entrambe cefalee primarie) possono presentare minime differenze tra loro o caratteristiche che si sovrappongono.

Inoltre, esiste la cefalea cervicogenica, ovvero una cefalea secondaria dovuta a disturbi cervicali, caratterizzata, quindi, da mal di testa associato a dolore al collo.



Qual è il trattamento migliore per la cefalea mio-tensiva?

Quando una persona ha mal di testa tende ad assumere subito un antidolorifico, ma l’efficacia dei farmaci tende a ridursi con l’aumento della frequenza del mal di testa. Nella forma cronica possono essere inefficaci e dovrebbero essere usati con precauzione: l’abuso di farmaci sembra favorire l’insorgenza di emicrania in soggetti che già soffrono di cefalea mio-tensiva!

Il trattamento fisioterapico si avvale di educazione del paziente, identificazione dei fattori scatenanti, tecniche di terapia manuale, con mobilizzazioni, trazioni, manipolazioni cervicali di trattamento dei tessuti molli e trigger points. Per quanto riguarda l’esercizio terapeutico, sono studiati esercizi posturali, di propriocezione, di rinforzo muscolare e training aerobico. Il trattamento attivo che si basa su più modalità di lavoro è  più efficace nel ridurre frequenza, durata ed intensità del dolore nelle forme di cefalea mio-tensiva cronica ed episodica frequente.

La riabilitazione – intesa come intervento globale di educazione, terapia manuale ed esercizi – ha effetti positivi nella gestione della cefalea muscolotensiva: è più efficace della terapia farmacologica nel ridurre frequenza, intensità e durata dei sintomi, e nel migliorare la qualità della vita dei pazienti, nel breve termine. Per mantenere i benefici ottenuti grazie alla fisioterapia, è importante comprendere che fare esercizio attivo non significa dover eseguire quotidianamente esercizi specifici per collo e spalle, ma piuttosto vuol dire abbandonare l’inattività fisica per osservare effetti a lungo termine.

 

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